Il Dubbio e l’intervista al regista Matteo Lonardi per XRMust

In questi giorni al Raindance Immersive, IL DUBBIO è un’esperienza immersiva che riflette sul processo artistico e sulle difficoltà che lo possono toccare.


Sebbene la VR si stia facendo ampia strada nel nostro paese, sia in ambito accademico che in altri ambiti professionali, non c’è ancora da noi una produzione diffusa di lavori narrativi creati utilizzando le tecnologie immersive oggi disponibili.

Forse per questo motivo, appena mi imbatto, nel corso di qualche festival, in produzioni che hanno, almeno in parte, il marchio Italia impresso sopra, sento tutto il mio patriottismo sorgermi dentro e mi lancio alla ricerca di un modo per vederle e conoscerle meglio.

Vajont, diretto da Iolanda Di Bonaventura e prodotto da Artheria, è stato uno dei lavori che ha richiamato la mia attenzione in questo 2020 e su VRGeschichten potete trovare un approfondimento a riguardo.

Un secondo lavoro italiano presentato al Venice VR Expanded di Venezia77 è IL DUBBIO – Episodio 1, esperienza immersiva diretta da Matteo Lonardi, prodotta da Francesco Lonardi e sviluppata da ReframeVR.

agnesepietrobon il dubbio matteo lonardi francesco lonardi

Disponibile fino al 22 novembre sulla piattaforma del Raindance Immersive, IL DUBBIO è un lavoro di cui abbiamo parlato su XRMust recentemente.

Attraverso le parole del suo regista abbiamo potuto avvicinarci a quest’opera, che riflette sul tema dell’incertezza nel processo artistico, del dubbio, appunto, riguardo il nostro valore e le nostre capacità.

Un limite umano che ognuno di noi si è trovato ad affrontare e che condividiamo con le più grandi menti del nostro tempo, due delle quali diventano protagoniste dell’esperienza: Leonardo Da Vinci e lo scultore e pittore contemporaneo Velasco Vitali.

Rimandiamo all’articolo su XRMust per una riflessione sull’opera e vi offriamo qui, invece, la traduzione italiana di quanto raccontatoci da Matteo Lonardi.

Il Dubbio: le origini

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MATTEO LONARDI – Per dieci anni ho riflettuto sul ruolo che l’arte può svolgere per la nostra comprensione della politica e delle tendenze sociali. Ho cercato artisti che avessero un approccio politico al loro mestiere e li ho resi i personaggi centrali di documentari nei quali venivano affrontate complesse questioni politiche.

IL DUBBIO (Episodio 1) è la continuazione di questo processo, ma è anche in netto contrasto con esso, in quanto gli artisti esplorano un sentimento umano molto più personale ma anche universale: il dubbio.

Perchè parlare del concetto di dubbio?

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M.L. – Abbiamo optato per questo concetto dopo che inizialmente avevamo preso in considerazione l’idea di riflettere sul fallimento nel processo creativo. Nel corso del workshop intensivo organizzato dal Biennale College VR, siamo stati spinti a cercare qualcosa che davvero parlasse ad ognuno di noi direttamente. E ho realizzato che era questo il ruolo che il dubbio occupava all’interno del fallimento.

Il dubbio è una condizione universale che le persone, siano esse creative o meno, devono affrontare ogni singolo giorno. Ma come per i problemi mentali, di dubbio non si parla mai pubblicamente. Al contrario, veniamo quasi incoraggiati a mostrarci sempre sicuri, assertori, confidenti, perchè il solo provare dell’incertezza potrebbe essere da ostacolo ai nostri obiettivi.

Nel tentativo di comprendere meglio questo concetto, ho perciò intervistato numerosi artisti, alcuni dei quali avevano già lavorato con me nel passato, altri che invece non avevo mai incontrato prima.

Tutti hanno rivelato una relazione molto interessante con questa emozione e per la maggior parte di loro è proprio la tensione fra creazione e dubbio ad essere significativa per il loro operare. Alla fine, ho scelto di includere nell’esperienza immersiva gli artisti per cui il dubbio davvero ricopriva un ruolo centrale all’interno del loro processo artistico.

Perchè Leonardo Da Vinci?

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M.L. – Leonardo da Vinci è conosciuto come un genio ed un maestro in molti ambiti. E’ quasi una figura superumana nella cultura popolare e molti non si rendono neanche conto di quanti fallimenti abbia dovuto affrontare e dei dubbi che egli stesso provava.

IL DUBBIO dà una nuova cornice a questa narrativa, mostrando all’utente che Leonardo, benchè fosse considerato una celebrità, ha portato a termine una minima parte dei lavori artistici che gli sono stati commissionati nel corso della sua carriera. Ci sono non so quante lettere che mostrano come Leonardo avesse fatto infuriare i suoi patroni e vanno dai suoi primi anni di attività a Milano al periodo maturo di Firenze.

Quando a sessant’anni si è trasferito a Roma alla corte papale, non erano in molti a credere che sarebbe stato in grado di finire i lavori che gli venivano commissionati, ed è stato relegato in un piccolo appartamento, in uno dei quartieri popolari della città.

Ed è lì che ho immaginato Leonardo, mentre passa notti su notti a dubitare di se stesso, della sua carriera, del suo posto nella storia. Muovendoci da qui, dallo studio di Leonardo Da Vinci, vogliamo suggerire che il dubbio possa essere effettivamente considerato parte essenziale della vicenda umana.

Interazioni

M.L. – Per lo sviluppo delle interazioni abbiamo lavorato da vicino con Rafael Pavon, che come direttore creativo è un veterano ormai, e con il creative technologist Javier Garcia Lajara.

Volevamo che IL DUBBIO sembrasse un gesto semplice, con tratti facili ma significativi. Volevamo che l’utente si sentisse dentro il lavoro e mai incerto su cosa fare.

Nella narrazione in VR è importante che l’attenzione dell’utente venga diretta verso una zona specifica della sfera che lo circonda, e l’interazione stessa dovrebbe aiutare il pubblico a cogliere i momenti rilevanti della storia. Per questo motivo abbiamo scelto di utilizzare delle candele come strumento per aiutare l’utente a muoversi nella parte della vicenda dedicata a Leonardo. La luce rappresenta la speranza nell’oscurità e lo spettatore ne ha il controllo: può andare avanti nell’opera mentre noi gli forniamo degli indizi su dove guardare.

Allo stesso modo anche con Velasco Vitali abbiamo modellato l’interazione sulla sua estetica. Il suo lavoro si focalizza sulla sua relazione con il dubbio ed è conosciuto in particolare per le sue sculture di cani, lo “sbarco”. L’utente può interagire con questi cani che sembrano fatti di particelle. E quando li accarezza, si muovono e mostrano l’artista, le sue sculture e le sue incertezze.

Abbiamo lavorato con un piccolo budget e questo ovviamente ha limitato le nostre possibilità. Ad esempio, tutta una serie di animazioni erano fuori discussione e anche il mocap era inaccessibile. Ma proprio questo ci ha fatto cercare soluzioni che potessimo permetterci e ha dato al nostro lavoro un aspetto unico.

Invece di concentrarci sulla creazione di personaggi in 3D ci siamo sforzati di far sentire l’utente presente negli spazi sfruttando l’audio e la luce. Nello studio di Leonardo abbiamo dovuto lavorare parecchio sull’illuminazione e sul modellare gli oggetti presenti nella stanza, rendendo le candele accessibili in modo da non inficiare l’esperienza dell’utente.

Sempre per queste limitazioni non è stato possibile dare un volto a Leonardo come personaggio in 3D né muovere Velasco Vitali all’interno del suo spazio. Abbiamo allora simulato la presenza di Leonardo attraverso ombre e suoni provenienti dalla stanza accanto. E alla fine dei conti, devo dire che questa soluzione si è rivelata migliore per il progetto di quanto non sarebbe stata quella di creare costose imitazioni di personaggi così rilevanti.

Abbiamo poi giocato con la luce all’interno dello spazio occupato da Vitali per farlo apparire e scomparire quasi fosse una statua, su un palcoscenico, che evapora.

La musica, composta da Vittorio Giampietro, gioca un ruolo importante per la narrazione e accosta temi diversi ai vari elementi della scena.

Abbiamo anche lavorato parecchio con gli effetti sonori e le voci fuori campo, sfruttando il suono per creare una sensazione travolgente e per drammatizzare alcune parti del lavoro.

Il futuro de IL DUBBIO

M.L. – Al momento stiamo cercando co-produzioni per continuare il progetto e spero che riusciremo a portare il secondo episodio a Venezia il prossimo anno. Non vediamo l’ora di lavorare su altri due artisti e avvicinare gli spettatori alla loro relazione con il dubbio. Oggi cerchiamo produttori in Francia e Germania che siano interessati a continuare questo lavoro assieme a noi.